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28 - 30 Giugno 2017 - Ospedale S.Orsola (BO)
Ricovero per Termoablazione (sesta)



Dopo due o tre telefonate e qualche mail alla fine viene stabilito di programmare l'ennesimo "ritocco" in termoablazione con ricovero il 28/6 per le analisi e successivo intervento il 29. La casa accoglienza del S. Francesco ci confermerà domenica 25 la disponibilità per il periodo dal 27 al 2/7.

Martedì 27 giugno   = Verso le 16 prendiamo possesso della stanza in San Francesco, ci facciamo la solita passeggiata in centro e ci rechiamo alla "Vela" per cenare ... chiuso per lavori. Ci arrangiamo in un bar paninoteca.

Mercoledì 28   = Tre buchi per trovare una vena consenziente e prelievi del caso. Verso le 12, essendo ancora senza letto, chiedo la possibiltà di "evadere", ma il massimo che ottengo è un permesso sino alle 18, la notte la devo passare dentro altrimenti (nuove normative) perderebbero il "contributo" della giornata.
Ancora una volta uno dei miei campioni di sangue arriva già coagulato e così alla sera altro buco e nuovo prelievo. Il Dott. Pianta mi ripropone la chemio che è l'unica possibilità per cercare di frenare la "progressione delle bestie". Al momento in cui la Serra non riuscirà più ad intervenire, loro non saprebbero più che fare. Mi dice che alcuni pazienti non hanno avuto grossi disturbi e che comunque potrei sempre decidere di smettere in qualsiasi momento.

Giovedi 29   = Siringone di antibiotico in vena e solita lunga attesa. Sono circa le 13 quando arriva la chiamata dagli inferi (piano sottostante). Ad attendermi Lucia (l'Inf titolare). Solito bolo di sonovue e accurata ricerca del punto esatto da "sforacchiare"; una leggera puntura e ... mi ritrovo in reparto con la moglie che mi riferisce che la Dott. le ha detto di averne trattati 4 (+1 "coinvolto") ed è uscita sudatissima e provata (figurarsi io!). L'intervento è stato pesantino, ed io doloro abbastanza e resto semiaddormentato sino quasi alle 22; poi però il dolore se ne va.

Venerdì 30   = Altro buco per il prelievo, antibiotico e a digiuno in attesa della chiamata per l'eco di controllo. Sono ormai le 16 quando ascendo (questa volta a piedi) al piano inferiore. La Dott. mi dice che è arrabbiata perchè vorrebbe riuscire ad eliminare tutti i noduli. Mi spiega che a volte rimangono singole cellule tumorali che creano areole difficili da trattare. La informo del "ritorno alla carica" per la chemio e lei risponde che si può tentare; poi però quando le dico che il prodotto utilizzato sarebbe il "Sorafenib" vedo che una piccola smorfia si forma sul suo viso ancora intento a scrutare il mio torbido fegato sul monitor.
Tornato in reparto misuro la febbre e visto che il "PIC" elettronico dice 36,8°c, l'Eco è ok e le analisi... quasi, mi dimettono in serata. Considerato che in questi giorni, sempre con il "PIC", abbiamo avuto tutti 35,5°c ... meglio filare senza batter ciglio. Controllo Eco + RM + analisi e visita a fine mese (in agosto il reparto di eco rimarrà chiuso).
In San Francesco riprovo la temp. con il mio vecchio, glorioso e sincero termometro al mercurio e trovo 38,3°c ... ecco adesso sì che siamo tornati alla realtà; tachipirina e vai!

Sabato 1   = Al mattino ancora 38 e ancora tachipirina prima di mettermi in viaggio per il rientro. Per altri 10 giorni la febbre si alternerà fra 37 e 38; questa volta si va per le lunghe, ma almeno nessun dolore.


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