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Vaderetrum del piRlota
"Ma gli incidenti non succedono solo agli altri? - di Ivan"

30 gennaio 2003

Sono Ivan, un novellino (nonostante circa 1 anno di preparazione) ovvero esami passati con successo il 30/11/2002, in attesa di attestato e con un ULM (Velocity S5) nell'hangar, che ho acquistato usato un paio di mesi fa a Brindisi, smontato, caricato su un camion, scaricato a Correggio (RE) e poi praticamente "ripassato" dalla coda all'elica dal mio socio Nicola, e da me, con risultati più che apprezzabili. Ovviamente la voglia di volare col nostro aereo cresceva esponenzialmente col passare del tempo, dato che, a parte qualche volo "officina" per le verifiche ed i collaudi post-revisione, sempre con un pilota esperto al fianco, non si era fatto... anche se più di una volta sono stato tentato di partire da soIa, esami o no, ma rimandando sempre a dopo il "pezzo di carta". Oltretutto la pista dove siamo (Willy, circa 400 m) presenta ostacoli su tutte e due le testate, più una casa giusto in linea con la direttrice di atterraggio, che obbliga ad un arrivo "a 45" con riallineamento dopo l'ostacolo, ben diversa dalle piste di un buon migliaio di metri dove abbiamo sempre volato.

Vengo al punto: Giovedì 30/01/2003 finalmente un pomeriggio "volabile", tempo discreto, vento modesto e soprattutto da W, qui in questo periodo è quello da N che porta nebbia e scarsa visibilità. Ore 14,00 sono solo, il campo è deserto e Nicola non arriverà prima delle 15 -15,30. Tiro fuori il Velocity giallo e blu dall'hangar. Non mi è mai sembrato così bello. Tolgo la cofanatura ed ispeziono con cura il Simonini 92hp (considerato con sufficienza dagli altri piloti, ma finora senza problemi di sorta) con annessi e connessi, e richiudo il tutto. Controllo minuziosamente tutto il mezzo, verifico il carburante e decido per un volo "a solo" per verificare la mia capacità non tanto di gestire il mezzo (che è discretamente acquisita), quanto di riuscire ad atterrare in modo onesto su questa pista sulla quale non ho esperienza, aldilà di un paio di atterraggi di ambientamento effettuati in compagnia e col supporto di un altro pilata. Riscaldamento, controllo temperature e vento, provo un rullaggio, ritorno in testata e mi dico "avanti, vediamo come lo rimetti giù", manetta, rotazione e via muso al vento.

In quota tolgo i flap e prendo confidenza con il mezzo che risponde bene e con immediatezza ai comandi. Mi faccio un paio di circuiti e mi preparo per il mio primo atterraggio da solo a Willy, col mio (nostro) aereo. Velocità e quota, flap 1 tacca e punto la testata a 45. Sfilo la casa e riallineo il mezzo, sono leggermente alto, ma velocità e assetto sono ok. Mi preparo a richiamare quando sento un TAC! secco e la spia (che avevo installato la settimana prima) dei flap passa da giallo (15°) a verde (0°!!). Reagisco immediatamente, giù il muso, manetta piena e riprendo quel po' di velocità che serve (qui non posso assolutamente permettermi un atterraggio lungo!), con gli hangar e gli alberi in fine pista che mi vengono incontro rapidamente. Passo nel varco che da terra avevo più volte valutato come scampo con una virata il più dolce possibile, e riesco con un (diciamo discreto!?) margine nella riattaccata. Dato che sono senza flap (il perno della leva di comando era uscito dalla sede!) salgo con attenzione, mentre la linea elettrica mi "consiglia" di aumentare ancora un po' il rateo di salita. Doso con cautela e la sfilo ad una altezza di una, presumo, decina di metri. Rifaccio il circuito, reinserisco i flap premendo bene la leva in posizione e prestando la massima attenzione a non urtarla involontariamente. Atterro "onestamente" e mi dirigo verso l'hangar. Per oggi è sufficiente, mi dico. Certo che, al primo volo, di un bel "ripasso" della riattaccata avrei fatto anche a meno, ma si può dire che l'addestramento ha funzionato!

Mentre scendo dal Velocity arriva Nicola che sorridente mi fa: "Ti ho visto, bella riattaccata socio". Gli spiego che NON era prevista e come è successo. Ovviamente miglioreremo il sistema di ritenuta in sede della leva dei flap... Il bello viene quando Nik mi propone di andare a Sassuolo (una quindicina di minuti di volo) per poter provare qualche atterraggio anche lui su una pista conosciuta, lunga e senza ostacoli. Tergiverso, siamo 2 neo "patentati" e la cosa non mi attira. Mentre si chiacchiera arriva Antonio, esperto proprietario di un Amigo, e si finisce per decidere per la puntata a Sassuolo (che lui avrebbe fatto comunque), io da solo col Velocitye loro 2 con l'Amigo. Ci si accorda per volare in vista uno dell'altro, con loro davanti (il nostro non ha ancora la radio e a Sassuolo la chiamata è obbligatoria). Controllo ancora il carburante, siamo circa a metà dei 40 litri totali, che per andare e tornare (40/50 minuti in tutto, compresi gli atterraggi di prova) è, teoricamente, più che sufficiente. Primo Errore... I serbatoi pieni sono SEMPRE esteticamente migliori!

Decollo per primo, salgo un po', ma a Nord vedo in lontananza una coltre di nebbia bassa. Mi guardo in giro, il tempo è ancora discreto, ma la cosa non mi convince dato che saremmo andati verso Sud! Faccio un 360° mentre tento di chiamarli sul cellulare, ma niente da fare, in quota non prende. Aspetto per vedere cosa fanno e vedo che dopo il decollo, quindi dopo aver visto la stessa situazione, puntano verso Sassuolo senza indugio. Bhè se ci va lui esperto e che qui ci vola un giorno sì e uno no, seguiamolo... Secondo Errore... Ognuno è responsabile di quello che fa, non ci sono scuse!

Il viaggio di andata si svolge regolarmente e il Simonini gira senza problemi arrivando sui 170 km/h di massima in livellato, ai 5200 giri max che riesce a prendere con l'elica che stiamo provando. Ha ancora troppo passo, ma rispetto a quella che c'era che a 6000 giri arrivava a fatica ai 120 (in 2) è già un buon risultato, in attesa della nuova che ci sta preparando Tonini. Arriviamo in vista del fiume Secchia, a lato della pista che conosco molto bene. Vedo che Antonio rallenta, mi inserisco in circuito ed atterro regolarmente. A seguire loro due. Salutiamo i presenti, qualche chiacchiera di rito, poi Nik, con Antonio a bordo, prova l'atterraggio. Al primo tentativo lo vedo alto ed infatti riattacca, il secondo è perfetto. Qualche commento a terra e intanto il sole comincia ad abbassarsi verso le colline, con qualche leggero strato fra lui e noi. Mi raccomando con Antonio, fammi strada perchè qui ci arrivavo anche da solo, ma è quasi sera e non sono sicuro di ritrovare Willy al primo colpo. "Ok vai prima tu". Bene, saluto i presenti, mi allineo e decollo. Appena in quota vedo in lontananza davanti a me il fronte scuro della nebbia. E si awicina il tramonto. Rifaccio un 360° per accodarmi all'Amigo in decollo, voglio vedere cosa decidono e comunque preferisco averli davanti con le 3 strobo in funzione, piuttosto che non sapere se li ho dietro oppure no, anche a rischio che mi perdano di vista. Sono poi anche senza radio accidenti, mi arriverà tra cinque giorni.

Non rientrano ma puntano verso Willy, chiaro che pensano di arrivare al campo prima della nebbia. Accidenti... mi avranno visto? Mi staranno cercando davanti a loro? Invece di tornare a terra (Errore numero 3) mi metto all'inseguimento dell' Amigo con le strobo visibili davanti a me, tentando di chiamarli sul cellulare senza risultato. Anche le mie strobo sono in funzione e lampeggio regolarmente coi 2 faretti anteriori, ma non so se mi stanno cercando davanti o se, invece, mi vedono dietro. La visibilità peggiora sensibilmente fino alla perdita totale di contatto col terreno! Capisco di essere sulla verticale della A-l da un piccolo buco nella coltre nebbiosa, mentre un'improvvisa raffica mi sbatte e mi fa rollare di non so quanti gradi. l'ala destra mi sembra quasi verticale. Lo tengo bene, impegnato come sono a cercare di non perdere di vista le 3 strobo guida, che a tratti si affievoliscono nella nebbia, ma non riesco ad avvicinarli e più di così non posso andare. Maledizione, se li perdo non so neanche dove sono, posso solo tentare di ritornare a Sud verso quel po' di sole che filtra ancora. Se arrivo alla linea delle colline la pista la trovo di sicuro, nebbia permettendo.

Ormai continuo a seguirli, ma è chiaro che a Willy non si atterra. Presumo siamo arrivati in zona quando vedo l'Amigo che, con una virata a sinistra, si abbassa fin quasi a sfiorare il tappeto fra noi e il terreno. Accidenti se lui trova un buco e va giù io non ci provo di sicuro, che cavolo faccio adesso? Mentre mi preparo con angoscia a tentare il rientro a Sassuolo da solo, vedo l'Amigo che risale, si porta in luce e punta a Sud. Meno male, torniamo indietro, mi dico un po' più sollevato. Li seguo al massimo delle mie possibilità e faccio quota sempre senza sapere se sanno o no che sono qui. Dò un'occhiata di controllo ai tubi violacei trasparenti che scendono dai serbatoi alari coi quali abbiamo sostituito quelli neri precedenti, e mi viene quasi un accidente! I livelli sono bassi e quello di destra (il primo che si svuota) comincia a farmi vedere bolle d'aria nella miscela. Mi dò dell'idiota, iniziando la serie degli scongiuri di rito, mentre ricordo le diverse lezioni sulle cause degli incivolo... Sotto c'è la nebbia, nessun contatto col terreno, siamo ormai al crepuscolo, non ho né radio né GPS, e posso solo tentare di seguire l'Amigo che sta puntando direttamente su Sassuolo, senza perdere tempo a cercarlo.

Non so però se basterà il carburante rimasto, mentre le bolle d'aria vanno aumentando con indifferenza! Vedo in lontananza filtrare quel po' di luce che mi fa intuire la linea delle colline, senza avere una percezione concreta della distanza, e mi dico che non ce la farò mai. La prospettiva, se mi pianta motore adesso, è solo mettermi ai 90 (max efficienza) e planare nella nebbia fitta sotto l'aereo... Finché posso cerco di non mollare le 3 strobo a circa 1 km davanti a me, adesso almeno è visibile anche la sagomina scura dell' Amigo... Sono però sempre più convinto di non potercela fare. Il serbatoio di sinistra non ha ancora bolle, ma quanto durerà? Tutti e due segnano circa 5 litri, ma i livelli nei tubetti non sono molto affidabili. È vero che sotto il minimo segnalato ho ancora circa 4 litri per ala, ma li pescherà? Vario leggermente l'assetto per rendere più uniforme il fluire della miscela a destra, ma poi le bolle si ripresentano sarcastiche. Maledette bolle! Ad un certo punto non posso più fare nulla, le bolle stanno prendendo il sopravvento. Ho ancora il serbatoio sinistro regolare, ma il livello è basso. Mi preparo al peggio, dopotutto ho fatto il possibile in questa situazione ed è già stato un successo non perdere l'Amigo nella nebbia. Mentre faccio queste riflessioni mi becco un'altra bella botta, ma mantengo il controllo. Almeno fosse servita a far arrivare un po' più di miscela nella pesca di destra, macché.

Nella lucida angoscia che mi accompagna mi pare che la nebbia sia un pochino meno fitta. Bha, capirai, mi dico, ormai vedo solo quello che vorrei vedere. E INVECE NO! La nebbia davanti a noi si affievolisce pian piano fino a farmi intravedere qualcosa sotto. Inizio a tratti a VEDERE IL TERRENO! Qualche km davanti a me c'è il fiume Secchia e 50 metri ad Est del fiume c'è Sassuolo! La luce ormai scarseggia mentre punto verso l'ansa che mi è familiare, ma devo stare attento a non vedere gli hangar dove non sono, confondendoli con altre costruzioni simili, come mi è già successo. Mi metto ai 90 e vedo l'Amigo che dopo un po' finalmente rallenta e rimane più alto e a sinistra per lasciarmi posto nel circuito che prevede l'atterraggio sulla 36. Nelle mie condizioni non ci penso neanche, e punto direttamente la 18 tenendomi pronto ad un arrivo planato. Non uso flap, così ho un pochino più di autonomia, tanto la pista è lunga. Atterro impeccabilmente, almeno credo, e dirigo verso l'area di parcheggio mentre l'Amigo scende sulla 36. Appena fermi saltiamo giù e ci salutiamo con una poderosa stretta di mano.

Ancora increduli di essere a terra tutti i nteri parliamo dell'accaduto. Mi vedevano e mi hanno sempre tenuto d'occhio anche loro e mi hanno chiesto perché non mi sono messo affiancato invece di rimanere dietro. "Intanto NON sono riuscito a raggiungervi e ci ho provato! Poi non sapevo se mi vedevate o mi stavate cercando davanti e inoltre da dietro avevo a vista (più o meno) 3 strobo, di lato nella migliore delle ipotesi sarebbero state 2. Perdervi di vista era un lusso che non potevo decisamente permettermi". Abbiamo quindi ricoverato gli apparecchi come possibile ed ho rintracciato un amico (grazie Andrea) che ci è venuto a prendere per riportarci indietro. Nella nebbia.

Questa è la cronaca fedele di quanto accaduto. Qualche rigo in più di legge di Murphy e non sarei certamente stato io a descrivere l'accaduto. Forse il resoconto di quanto ho permesso mi succedesse potrà servire a qualcuno per evitare guai peggiori. Da parte mia non vedo l'ora di risalire sul Velocity con qualche etto di esperienza e (spero) cognizione in più. Sicuri voli a tutti, Ivan.