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Vaderetrum del piRlota
"Ho incontrato la catena degli eventi - di Giovanni "

25 giugno 1999

La sera siamo a cena tutti assieme, le giornate di corso istruttori Autogiro passano leggere per me, semplice auditore. Fa molto caldo e il tempo è davvero buono. Tra uno spaghetto e l'altro la butto lì: "Domattina decollo all'alba?". Naturalmente Gippi accoglie la mia proposta: appuntamento alle 5 all'hangar. La notte dura un secondo, basta appoggiare la testa sul cuscino che ecco già la sveglia che suona: sono le 4.30 del 25 giugno 1999. Mi alzo e nel silenzio generale della casa mi preparo: pantaloncini da bagno, maglietta, scarpette. Dondolando in corridoio scendo all'hangar. Sono solo, un po' in anticipo. Decido di andare in volo lo stesso, rimarrò sul cielo campo ad attendere Gippi. Preparo il fidato "Sessantacinque" e mi accorgo di avere solo 1O litri per parte di benzina: "Poco male, tanto volo qui sopra e sto in giro il tempo di veder sorgere il sole". Decollo, salita a 1000 piedi... una favola!

Aria immobile e fresca, ottima visibilità, sono solo sul mio P92 e siamo soli in volo a quest'ora. Il disco rosso del sole spunta all'orizzonte, mi scalda, scalda il mio fido compagno di avventure trasformandolo in un'anima calda, pulsante, rossa di fuoco e di passione. Fantastico, idilliaco! Torno sul cielo campo ed ecco Gippi. Sono in volo da 10 minuti, lui mi raggiunge e ora voliamo appaiati. Andiamo verso le colline? Credo sia un'ottima idea, dall'alto del Monte Penice sarà ancora più bello. La benzina? Beh è pochina, ma tanto poi è tutta in discesa. Prua a Sud, 180° precisi. Il rotore dell'autogiro accanto a me diventa una lama circolare, una sciabola che cerca di catturare assieme alla mia elichetta quei raggi di passione che questa mattina di giugno ci circondano, ci animano. Benzina? Cala, ma non c'è problema. Prua a Sud, il sole alla mia sinistra. La maglietta e i calzoncini si agitano sotto l'effetto del bocchettone d'aria che mi investe. Doppiamo il Penice, qui è ancora più fresco, 1600 metri, ora via motore, discesa verso casa! La visibilità è tale che ho la cartina reale della Pianura Padana. Le torri di Piacenza, Pavia, Milano e chissà quali altri infiniti paesi ho visto quella mattina. Ok, là c'è Stradella, al termine della Val Versa. La punto.

La bussola segna W e il sole non è come dovrebbe alla mia destra. Ma io cosa penso? "La bussola si è starata, una volta a casa dovrò fare il girobussola". Non mi curo neanche del sole, io sono convinto di stare andando a Nord, verso Stradella e poi casa mia. È mattino presto, una volta atterrato farò in tempo ad arrivare in Università per la prima ora. Continuo. Guardo la benzina, sta calando, sembra che ora stia calando più in fretta, via ancora un po' di motore, giù il muso a tutta velocità. Tra poco sarò a casa. Ma... ma se quella è Stradella, perchè ne sono convinto, dov'è il Po? No, sì, no, ma forse... dove sono le torri di Castel S. Giovanni? Dovrebbero essere lì ...ma ...non ci sono. Oh caspita, sono a 15 km più o meno da casa e... non so più dove sono. Aiuto, mi sono perso! Ora che faccio?
È terribile, una sensazione capace di strizzarti il cuore e l'anima. Non voglio crederci, ma mi sono perso! Continuo verso quella città che credevo fosse Stradella, la bussola me lo diceva già da 10 minuti che non stavo andando a N, anche il sole non era al suo posto. Devo identificare la città, senza cartina né Gps, devo rendermi conto di dove sono... vedo l'autostrada, leggerò le scritte sull'asfalto, è un metodo che a scuola di volo mi aveva colpito particolarmente... Mi sto agitando, so che non devo farlo, ma mi sto agitando.

Sono in volo da circa un'ora, la benzina ora è davvero poca. Mi sto rassegnando al fatto di dover atterrare in una risaia, a soli 20 km da casa perché mi sono perso! E magari danneggio il mio aereo, con cui ho volato dall'età di 18 anni curandolo come un fratello, con cui ho condiviso momenti magici che ora vivono tra i suoi rivetti e nel mio cuore... come potrà perdonarmi? L'autostrada non mi è di grande aiuto, leggo solo Milano, Genova, Piacenza, sono sopra un grande svincolo, ma dove? Vedo allora la ferrovia, la stazione. Scenderò ancor di più per leggere i cartelli blu con scritta bianca... è illegale volare sui centri abitati, ma aiutatemi! Mi sono perso e non leggo nulla, non trovo i cartelli alla Stazione. E ora? Chi compare alla mia destra? Il Gippi, mi è rimasto accanto per tutto questo tempo! Vorrei chiamarlo per dir lui "Mi sono perso, portami a casa", ma non possiamo comunicare. I miei gesti, tra l'altro, sortiscono l'effetto opposto: crede che stia salutando dei miei amici di questa fantomatica città e decide di tornare a casa. Non lo vedo più... Che bestia che sono, che bestia che sei Giovi, ma non hai imparato proprio nulla in questi anni di volo? E sì che un po' hai volato... All'improvviso, quando ormai mi preparavo ad atterrare in risaia con quattro gocce di benzina, dopo l'ennesimo "treesessanta" per cercare chissà che, vedo... la Madonnina dorata posta sul campanile del Duomo di (per fortuna inconfondibile) Tortona! Il cuore mi esplode, ora so dove sono! Mio Dio, a Tortona, credevo di essere a Piacenza, a Stradella, in capo al mondo, ma a Tortona proprio no. Calma, respira, calma, qui c'è una pista, lo so perché ci sono stato altre volte. Forse ce la faccio, la benzina è davvero pochissima.

La pista è lungo l'autostrada verso Milano, quindi Nord, vicino ad un maneggio annesso ad un cascinale con una torretta. Forse ci arrivo, è lì dietro, eccola mio Dio, eccola: la pista. Sono a terra. Sono a terra senza danni, almeno questa è fatta. E adesso? Sono solo, senza GPS (a questo punto mi serve a poco), senza telefonino, senza portafogli, in pantaloncini e maglietta, senza cartina (ora so dove sono e dov'è casa mia) e senza benzina! Bravo! Tra l'altro sono le sei e mezza del mattino, il campo è deserto e nella cascina dormono giustamente tutti. Facevo meglio a stare a letto anch'io... Trovo per grazia il fattore che accudisce i cavalli, non ha Super né taniche, ma solo 4 lire per una telefonata dal telefono pubblico. Chiamo casa, informo dell'accaduto mio fratello che ancora se la dormiva e non sapeva neanche che ero decollato. Il fattore mi indica a 1 km un distributore dell'autostrada, penso che mi dovrò portare la tanica per 1 km: giusta punizione, ora ne paghi le conseguenze. Sì, ma i soldi? Non ho nulla, ma mi tocco in tasca e cosa vi trovo? 50.000 delle vecchie care lirette, pensate, ieri sera a cena lo stesso Gippi mi ha pagato la benzina ed io, sempre per grazia o per fortuna, non mi sono cambiato i pantaloni. Rocambolescamente trovo pure un passaggio fino al distributore, il benzinaio è in ritardo, mento spudoratamente dicendo che sono piemontese e devo andare fino a Bologna e sono partito presto... Questi mi presta addirittura la sua auto per portare il carburante al P92. Il resto è un decollo ed un atterraggio... e un volo scritto in rosso sul mio libretto di volo, accompagnato dalla nota: "perdita orientamento ed atterraggio ai limiti dell'autonomia, nessun danno".

Conclusioni: quello che c'è scritto sui libri di testo e ti raccontano i piloti più anziani di te è VERO! Ho letto e studiato tanto (per il volo si intende) sempre si dice: "Preparare la missione, il velivolo, il proprio cervello, la propria dotazione di bordo". Bene io quella mattina di Giugno non ho fatto nulla di tutto questo. Perché? Perché dopo un po' il volo diventa routine, "ma sì, decollo e mi faccio un giretto, cosa vuoi che succeda...". Ecco il racconto di cosa mi è successo. Mi sono perso a 10 km da casa. "Credi ai tuoi strumenti" recita un vecchio detto. La bussola mi diceva che stavo volando a W anziché a N, ma io, testardo e pure addormentato (altro fattore da non sottovalutare), non le ho creduto. Guarda il sole, è mattino presto, sorge a Est, per andare a Nord lo devi avere a destra, non dietro! Ma io dormivo. Il carburante? E sì che abbiamo pure la pompa per il rifornimento, non c'è neanche da far fatica... "ma tanto che vuoi che succeda, faccio un giretto qui attorno". È successo che ero in ciabatte, maglietta e pantaloncini in un'aviosuperficie solo per fortuna! Non dimenticherò quell'esperienza, prima di uscire dal nido dopo quella mattina ho volato parecchio con la paura che mi accadesse di nuovo. Ora una parte di quella paura è superata, l'altra mi aiuta a star sveglio, a riflettere, a rimanere lucido il più possibile. Ogni volta che passo da Tortona guardo la Madonnina che svetta, che mi saluta e mi dice "eh, per questa volta...", guardo il distributore tanto gentile che mi ha aiutato e ripercorro i momenti di quella mattina, sperando che questo mio condividere con voi l'esperienza serva almeno in parte a farvi riflettere.

Un'ultima cosa: la scorsa estate sono tornato dalla Liguria in treno e sono passato dalla stazione di Tortona. Mi sono detto: "ora voglio proprio guardare i cartelli blu con scritta bianca (comuni a tutte le stazioni FS) che quella mattina non sono riuscito a individuare e che mi avrebbero potuto aiutare". Ebbene Tortona è l'unica stazione (credo) che ha ancora i cartelli neri con scritta bianca, piccoli e praticamente invisibili. Mi si è gelato il sangue!