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La "TANA" di ARF          by Arf
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Vaderetrum del piRlota
"Il mio momento del pirlota - di Stefano" |
Domenica 10-06: una bellissima giornata. Aerei, deltaplani, elicotteri, autogiri e paracadutisti e tanta gente con il naso per aria a vedere le varie evoluzioni. Ovviamente moltissimi non si accontentano di guardare e chiedono ai vari piloti un giro, seppur breve, nei cieli di Senago.
Io non mi tiro indietro ed alle 17 ho comincio i decolli con il mio fido deltaplano Skin, giallo e blu.
A sud si stanno formando dei bei cumuloni, ma molto lontani, quindi pronti, Via! Giro campo di controllo e imbarco la prima passeggera. Subito dopo organizziamo, con i volontari della Croce Viola di Cesate una simulazione di emergenza per malore del passeggero.
Di nuovo decollo con un altro passeggero, poi un altro e un altro ancora fino a perdere il conto.
E’ stato meraviglioso vederli scendere dal delta con sorrisi a 32 denti e pieni di entusiasmo; sono convinto che un giro in volo diffonda la nostra passione più di un milione di parole. Far provare agli altri quello che provo io tutte le volte che mi stacco da terra. Dimostrare che il volo ultraleggero non è per super uomini, che non è solo un trafiletto sul giornale dell’ennesimo incidente, non è solo per ricchi annoiati.
Ma i cumuloni sembrano avvicinarsi e a sud-ovest mi sembra che cominci a piovere. Ma la gente che vuole volare è tanta, io continuo con i decolli. Mi dico che quando arriveranno le prime avvisagli di vento a raffica atterrerò rapidamente.
Atterro per l’ennesima volta ed ad attendermi con la madre c’è Marco, un ragazzone di 18 anni, rosso di capelli con cui faccio Kendo. E’ venuto apposta per fare un giro in delta. Lo carico a bordo e mi porto in pista; quelle nuvole ora sono veramente vicine, ma ormai… dalla biga mi fanno segno di pista libera quindi decolliamo. Durante il volo Marco continua a farmi segno di OK, si sta divertendo un mondo. Volando verso sud mi capita di notare San Siro; caspita come si vede bene…anche torre Velasca ma com’è possibile? Un attimo dopo la risposta mi arriva come una violenta sberla all’ala. E’ venuto il momento di atterrare; e subito! Controbase, mi allineo per il finale e mi trovo un aereo in pista per il decollo! Tutto motore, riattacco, virata di disimpegno a sinistra….ed è il delirio.
Il delta sembra imbizzarrito, la barra continua a strapparsi dalle mie mani, ho il motore al massimo, ma il variometro segna -1,5 m al secondo. Devo riportarlo in pista il più in fretta possibile, ma con 40° di bank il delta va dritto e riesco a farlo virare solo aprendo con forza la barra. Le virate sono ampissime per il vento al traverso e continuo a perdere quota. Nella mente ho soltanto Marco e sua madre che sta guardando alla fine della pista. Supero la pista da un lato, correggo e la supero dall’altro alla fine sono a 2 metri da terra con una velocità impressionante e non allineato…al diavolo lo metto giù, sicuro di ribaltarmi non appena toccherò….e invece il delta rimane dritto e corre velocissimo di traverso sulla pista. Raddrizzo, freno e mi fermo davanti alla mamma di Marco. Slaccio la cintura e mi alzo sulle gambe tremanti, appena appena impacciato dall’umidiccio nei pantaloni. Guardo Marco che mi dice “BELLISSIMO!!!”. Non si è accorto di niente. Beato lui. Dico
ad un gruppo di delusi che per oggi basta. Marco e la mamma se ne vanno e io spingo il delta nell’hangar.
La sera davanti ad una birra mi metto a parlare con Mario, pilota di 767 con 3000 ore di volo sul groppone che mi aiuta a analizzare con estrema calma (avercene di persone come lui nel VDS) la sequenza di cavolate che ho fatto.
1) La radio. Ho capito finalmente che se l’avessi avuta avrei potuto contattare la biga e dichiarare l’emergenza e tenere fermo l’aereo in decollo.
2) Non avrei dovuto cercare di atterrare a tutti i costi, dimenticandomi di guardare la manica a vento, visto che avevo 20 nodi di vento in coda.
3)Avrei dovuto riprendere quota e cercare di ripresentarmi in atterraggio stabilizzato e magari controvento.
È ora di andare a casa; prima passo dal mio Skin, lo accarezzo e lo ringrazio di avermi perdonato anche questa idiozia, finora la più grossa che abbia mai fatto in volo.
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