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La "TANA" di ARF          by Arf
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Vaderetrum del piRlota
"Ancora nebbia - di Lucio" |
Contrariamente alle previsioni di copertura con probabili piogge date ieri,
oggi la giornata era serena, ottima per un bel volo, eccetto per la foschia
presente in questo periodo.
Veloce visita al sito www.meteoam.it per una verifica (la temperatura di
rugiada alle 08.00 GMT e di due - tre gradi inferiore alla temperatura
esterna, non certo ideale ma comunque non critica in funzione di uno stimato
aumento della temperatura durante il giorno), ritrovo al campo di volo per
le 10.00.
Controlli e rabbocco carburante (sì, lo so che è meglio farlo alla sera
prima di hangarare) e alle 11,00 il decollo per una prima verifica della
visibilità in volo, che risulta non eccezzionale ma migliore del giorno
precedente, quando ci eravamo limitati a dei giri campo per istruzione.
Contando su un probabile miglioramento, impostiamo la rotta fatta più volte
per Belluno, che raggiungiamo senza difficoltà attorno alle 12, in
corrispondenza con la chiusura della manifestazione annuale con simulazioni
della Protezione Civile ed emergenze varie, presente il Direttore della DCA.
Lauto pranzo alla Buona Tavola preceduto da un sonoro Ghere ghe ghez di
gruppo e, alle 14, siamo pronti per il ritorno, facendo precedere
l'avviamento ad una telefonata al campo di destinazione (La FATTORIA a
Cambroso - PD in zona lagunare prospiciente a Chioggia).
"Quì la visibilità è in diminuzione, atterrate su un alternato lungo la
rotta e date un colpo di telefono prima di dirigervi quì".
Vista l'ora ancora favorevole ho giudicato il consiglio un po' pessimistico,
ma decidiamo di partire e valutare lungo il percorso l'evolversi della
situazione. Dall'ottima visibilità in montagna si scorge una foschia
persistente sulla pianura, ma non molto peggiore del viaggio di andata.
Motore ridotto per smaltire la quota e inizia una litigata col GPS che per
una decina di minuti non da' nessun riferimento, pur beccando 8 satelliti
(boh). Sappiamo che la bussola che montiamo è ubriaca dalla nascita e non di
poco, ma la zona è conosciuta e l'autostrada che ci accompagnerà per tre
quarti del percorso ci tranquillizza, intanto procede la litigata col tasto
reset del GPS che dopo un po' capisce chi comanda e si rimette a funzionare.
La visibilità verticale si mantiene buona ma quella verticale è un po'
scarsa, tanto da indurci a fare ogni tanto qualche riporto di quota e
posizione come messaggio all'aria sulla 130.00, tanto per far sapere agli
altri che si trovavano in volo che c'eravamo anche noi e dove. Corretto
attraversamento di Mogliano, spostamento a sud-ovest per evitare l'ATZ di
Tessera fin sulla tangente di Spinea (il mio paese), sorvolo di Mira sempre
fuori dal centro paese, poi praticamente aperta campagna e visibilità che si
riduce ulterirmente tanto da indurci (10 km dal campo), una volta passata la
linea AT a tre terne da 180 KV, a continuare il volo a 300 ft ground per una
miglior visibilità e sempre con la linea AT in vista (siamo bassi ma voliamo
praticamente sempre sopra la campagna, e ormai non vediamo l'ora di
arrivare, siamo tranquilli ma volare tirando costantemente gli occhi non è
stancante e non piacevole). Quando il GPS ci dice che siamo a 3,5 km dal
campo (ormai stiamo "tirando diritto" senza cercare nessun riferimento
conosciuto sul terreno), l'orizzonte si fa più bianco e cotonoso, facendo
intuire la presenza di un subdolo banco di nebbia. Ormai siamo arrivati ma
la decisione è IMMEDIATA: 180° a sx prima di infilarci in quel coso che,
anche se ormai prossimi al campo, non ci avrebbe permesso di arrivare
indenni. Quello stronzo, proprio qui doveva parcheggiarsi....
Puntiamo S.M. di Sala come alternato, seguendo il solo GPS in qualto la
rotta più breve ci porta a sorvolare zone diverse dall'usuale, quindi senza
riferimenti conosciuti. Passato il Brenta la visibilità sembra migliorare e
il pensiero di posare le ruote sul primo campo libero in prua alle prime
avvisaglie di un nuovo banco sparisce e ci sentiamo nuovamente padroni del
mezzo e della situazione.
A S.M. di Sala la visibilità è buona, il campo pressochè deserto, solo un
amico pilota si stava ancora trattenendo a coccolare il suo P-92 prima di
metterlo a dormire. Una volta atterrati si dimostra subito disponibile per
prestarci corde e picchetti per parcheggiare il nostro mezzo e il gestore
del campo, Costantino Rigo (non ho con lui un rapporto idilliaco per
questioni personali ma è sempre estremamente disponibile per aiutare dei
piloti in difficoltà), chiamato telefonicamente, si presentava sul campo con
un telone di copertura e ci aiutava a parcheggiare e picchettare l'aereo in
zona protetta. Fattoci accompagnare in auto al campo di partenza, abbiamo
potuto constatare che realmente fino a pochi km dal campo la visibilità era
buona, per calare drasticamente sul campo e su tutta la fascia costiera
lagunare fino a Marghera.
- Deduzioni personali -
1) Una missione ad alto rischio? Direi di no, sono state consultate le
informazioni su Venezia, Treviso, Istrana, Passo Rolle, la probabilità di
nebbia nelle prime ore pomeridiane non era elevata, ma comunque possibile.
Certo, un torneo di briscola al bar del paese sarebbe stato meno rischioso.
2) Le informazioni meteo disponibili sono comunque generiche: in determinate
aree storicamente il fenomeno è più probabile e non da sottovalutare.
Ricordiamo che quando la temperatura esterna si avvicina a quella di
rugiada, un abbassamento localizzato della temperatura (anche 1° o meno) può
portare all'apparizione della nebbia dal nulla, fenomeno molto più insidioso
di una "nebbia di trasporto" chiaramente visibile in lontananza.
3) Nella mal parata, l'orario e il carburante ci avrebbe consentito di
ritornare ad atterrare in quel di Belluno. La benzina in eccesso guasta solo
quando si va a fuoco, ha detto qualcuno.
4) Avere sempre a bordo anche dei picchetti e corde di ancoraggio non
sarebbe una brutta idea, se non altro per evitare di rompere i maroni ad
altra gente.
5) Un aeroplano a posto, con tutta la strumentazione attendibile e
funzionante, incute certamente un senso di sicurezza in più e non distoglie
il pilota durante eventuali fasi critiche.
6) Quando la strizza raggiunge il cervello non c'è regola del volo che
tenga, quote o aree obbligate diventano un optional. Pensiamo che questa
scelta potrebbe coinvolgere anche ad altri piloti, che durante il nostro
volo mai penseremmo di trovare a volare in quel posto e a quella altezza.
7) Nel dubbio, sempre meglio evitare i rischi e pianificare la missione
preparandosi psicologicamente ad affrontare possibili disagi come soste
obbligate intermedie o pernottamenti fuori sede. Interrompere
l'avvicinamento a 3 km dall'arrivo per dirottare su un alternato è più
difficile che a 50 km, ma proseguire sperando sia un falso allarme è da
incoscenti suicidi.
Per finire, un sentito ringraziamento a:
- Adriano, il gestore del campo di volo LA FATTORIA, suggeritore inascoltato
di una saggia strategia.
- Maurizio Keber, pilota generoso e superattrezzato, disponibile a metterti
a disposizione quello che ti serve per tutelare gli interessi del tuo
apparecchio.
- Costantino Rigo, pilota e istruttore di lunga esperienza che, avendo
vissuto l'epopea del deltaplano e del tubi e tela dalle origini, ha
respirato e fatto proprio quello spirito di corpo e di solidarietà che ha
caratterizzato quei periodi andati e forse da molti dimenticati o mai
conosciuti.
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