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La "TANA" di ARF          by Arf
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Vaderetrum del piRlota
"Voletto ... rovinato - di Luca" |
Avevo pianificato un volo a lungo raggio, poi per problemi familiari, mi
sono orientato su un giro a corto raggio a causa del tempo a disposizione
estremamente limitato. Un collega mi chiede di portarlo e accetto (era già
venuto un altra volta). Pianifico un semplice volo Artena L'Aquila con
breve sosta e rientro. Decollati e impostata la navigazione valutiamo che
probabilmente, vista la scarsa visibilità, volare fra le montagne per vedere
i panorami senza goderne appieno sarebbe inutile, quindi dirotto per
raggiungere la costa passando a sud di Frosinone. Faccio due calcoli su
rotta, tempi stimati, carburante imbarcato poi, visto che conosco abbastanza
la zona, mi dedico a chiacchierare di questa fastidiosa foschia che toglie i
colori e la bellezza del panorama.
Ad un certo punto il passeggero mi dice che si sente male, improvvisamente
ha voltastomaco, suda freddo, dolori allo stomaco. Gli dico di rilassarsi e
istintivamente penso ad un alternato per farlo scendere quanto prima. Mi
viene in mente Ceccano, un campo di volo che conosco per averlo sorvolato un
paio di volte e di cui non ho "al volo" le coordinate; comunque tolgo
motore, aria calda, chiudo i flabelli e imposto una discesa a velocità
sostenuta da quasi sopra i Monti Lepini in direzione Ceccano, o meglio
quello che tra la foschia penso di aver triangolato tra Frosinone, la valle
e le montagne. Mentre lo rassicuro sul fatto che l'avrei portato subito a
terra e di rilassarsi penso tra me e me di non avere fretta e che meglio un
aereo da pulire che nessuna storia da raccontare. L'unica preoccupazione,
dopo averlo guardato in faccia, era che svenisse o si irriggidisse bloccando
potenzialmente i comandi (anche se riflettendoci l'abitacolo è grande
abbastanza). Tornando al volo ero in prossimità del campo che ora vedevo
distintamente; in pratica la prua presa inizialmente alla cieca era
esattamente la rotta migliore per il campo e con anche il miglior rateo di
discesa possibile; ovviamente 1500 ft a scendere a 210 km/h non sono proprio
i parametri che avrei usato per un avvicinamento normale. Lascio Roma
Informazioni e faccio la chiamata di rito sulla 130 per l'atterraggio, ma
il campo è deserto, manca la manica a vento, nessun fumo nelle vicinanze per
la direzione del vento (nessuno che brucia niente quando ti serve, un
classico). Livello in sottovento per smaltire la velocità e mi sbrigo a
guardare la pista per buche, ostacoli sul finale che mi sono imposto come
quello più agevole (la pista anche se lunga è tra due terrapieni) e cerco
tralicci e fili sul finale. In un attimo riapro flabelli e diminuisco
l'aria calda, il motore risponde tranquillo, faccio un'unica virata in
base mentre flappo l'aereo e mi accorgo che una leggera brezza mi sta in
coda (leggero scarroccio sul terreno) allora allungo un po' il finale per
avere più spazio per scendere. Istintivamente, quando non conosco la zona,
mi tengo più alto del normale, ma una vocina mi ha suggerito di correggere
al contrario, quindi mi sono abbassato molto con gli occhi che schizzavano
intorno per identificare fili o ostacoli tra la foschia che non giocava a
mio favore. Atterraggio tranquillo anche se un po' lungo perché ho
allungato la flare in quanto non sapevo lo stato della pista. Bé non era un
campo arato ma neanche un praticello inglese. Mi fermo e faccio uscire
velocemente il passeggero che ringraziandomi si allontana nel prato con i
suoi dolori...
Dopo quasi un'ora di sosta forzata rischiavamo di non riuscire a rientrare
alla base nelle effemeridi, per cui fisso il momento della partenza oltre il
quale il mi aereo non sarebbe ridecollato. Per fortuna o previdenza, avevo
nella mia borsa da volo tutto quanto poteva servire per un piccolo
imprevisto, acqua, biscotti, fazzoletti e salviettine umidificate, cartine,
regoli, un giaccone e quant'altro. Tutto utilizzato, e mi sono memorizzato
velocemente sul gps i campi che mi separavano dal mio incluso quello di
Frosinone (estrema ratio) con relative frequenze per possibili dirottamenti
urgenti.
Nel frattempo il proprietario del campo, che ringrazio, ci aveva raggiunto e
chiesto se poteva essere d'aiuto.
Visto che il mio passeggero era stabile anche se ancora in stato di
malessere, lo istruisco su eventuali "emergenze" in volo, con tanto di
bustina, e poi decolliamo. Arrivo dopo un quarto d'ora come avevo previsto
e il volo è stato il più diretto e veloce possibile, con avvicinamento ultra
veloce e atterraggio ultra soft. Il problema era solo che era quasi buio per
via della fitta foschia che aveva anticipato il tramonto. Ho apprezzato
l'intelligent propeller che è retroilluminato e ti consente la lettura dei
giri e della velocità all'aria. Comunque avevo anche approntato la
lampadina per ogni evenienza (di lettura dell'anemometro, ovviamente).
Il malessere del passeggero è proseguito di fatto per oltre 3 ore anche
quando l'ho accompaganto a casa, quindi con molta probabilità non si è
trattato di mal d'aria ma di un bigné alla crema di troppo o di una forma
virale improvvisa.
Le considerazioni personali sull'accaduto ve le risparmio, in quanto
ritengo che il problema sarebbe potuto succedere a chiunque e questa volta è
capitato a me, ma tralasciando la delusione per un pomeriggio rovinato
traggo alcune conclusioni sulla gestione del volo.
La gestione in sé per sé è stata probabilmente corretta, ma un po' di
autocritica la faccio comunque. In particolare:
- L'evento azzardato è stato dirottare dal pianificato senza avere un
impedimento reale e pur sapendo di non avere i riferimenti immediati per i
nuovi alternati sulla rotta, confidando di conoscere a sufficienza la zona
(avevo le cartine ma non le coordinate inserite nel gps).
- Pianificare il ritorno, anche se forzato dagli eventi, allo scadere delle
effemeridi, ha prodotto un ulteriore abbassamento della luminosità dovuto al
filtro della foschia. Avevo previsto che non ci sarebbe stata inversione
termica al suolo, vista la giornata, ma la scarsa visibilità generale ha
diminuito il tempo di visibilità utile al volo con conseguente atterraggio
con poca luce.
Come dire, anche le emergenze servono per imparare...
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